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Anni 2020

John Wick 4 – il remake de Il Mio Nome È Nessuno

169 minuti di botte e sparatorie per questo quarto (e forse ultimo?) capitolo della saga. Ritroviamo Ian Mcshane, Laurence Fishburne e la buonanima di Lance Reddick. Si aggiungono un’ottimo cattivo Bill Skarsgard, un’insolito fat-evil Scott Adkins (probabile omaggio a Sammo Hung), il super combattente cileno Marko Zaror e il leggendario Hiruyoki Sanada. New entry anche Donnie Yen, come sempre perfetto nelle scene d’azione cosa che mette in risalto la goffagine di Keanu Reeves, e poi Shamier Anderson che ci offre un personaggio degno di spin-off.

Lo sceneggiatore-creatore Dereck Kolsted è stato sostituito e il film questa volta sembra essere un po’ diverso, con un inzio più lento rispetto ai precedenti e con più spazio di dialogo per i personaggi, ad eccezione di John che in quasi tre ore pronuncia meno di 400 parole.

Sempre più spettacolari le scene d’azione, vengono completamente declassate le armi da fuoco, ormai tutti i personaggi hanno vestiti antiproiettile e le pistole non servono a ferire e uccidere ma sono soltanto un strumento per prendere tempo e riuscire a muoversi con calma all’interno di combattimenti multipli per poter picchiare tutti i cattivi uno per uno.

Dopo un piccolo rapido inseguimento stile cowboy-indiani, le botte serie cominciano al Continental di Osaka con una performance, breve ma intensa, della cantante Rina Sawayama e un’ottimo Keanu Reeves che mena con i nunchaku. Nella lunga sequenza finale, tocco di classe, ispirata al cult I guerrieri della notte di Walter Hill, la radio dj che guida tutti i killer di Parigi verso John, prima in un audace scazzottata/sparatoria in mezzo alle auto in corsa sotto l’arco di trionfo, e poi la straordinaria lunga sequenza d’azione ripresa dall’alto con vari piano-sequenza come fossimo in un videogioco (mi ricorda i primi GTA). Conclusione con la difficile scalata, estremamente simbolica, di John sui 222 scalini di Montmartre.

Il punto di forza di questo capitolo sono però i personaggi di Caine e Nessuno con il quale Stahelski riesce a fare un mash-up perfetto dei suoi film preferiti. Caine è Zatoichi del 2003 di Takeshi Kitano mentre Nessuno riprende Il mio nome è Nessuno del 1973 ideato da Sergio Leone e diretto da Tonino Valerii. Questi due personaggi insieme a John Wick creano un triangolo magico di nemici-amici così come ne Il buono, il brutto, il cattivo (1966 di Sergio Leone) e I senza nome (1970, di Jeane Pierre Melvill). Il risultato è un straordinario mix di cult noir d’azione oriente-occidente.

Il gran finale, enorme tributo al western, sembra voler concludere qui la quadrilogia ma lascia in realtà aperta la possibilità di un quinto capitolo (di cui già si vocifera). Al momento sappiamo che ci sarà uno spin-off Ballerina con protagonista Ana De Armas e poi una serie tv incentrata sul Continental.

Senza dubbio tra i 100 migliori film d’azione della storia.

2023. USA. Di Chad Stahelski, con Keanu Reeves, Donnie Yen, Ian Mcshane, Laurence Fishburne, Lance Reddick, Bill Skarsgard, Scott Adkins, Hiruyoki Sanada, Rina Sawayama, Marko Zaror.

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