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Ip Man – Donnie Yen sconfigge il Giappone

Liberamente ispirato alla vita di Ip Man, maestro di Wing Chun, arte marziale cinese concepita, secondo la leggenda, dalla monaca buddista Ng Mui che poi l’ha insegnato alla figlia Yim Wing-chun che poi l’ha insegnato a Ip Man che poi l’ha insegnato al nostro tanto amato Bruce Le. Il film è ambientato durante la guerra cino-giapponese ed ha un forte spirito nazionalista tanto che nel finale vuole addirittura attribuire la resa del Giappone al grande coraggio del maestro IpMan. Aldilà della rivisitazione storica, il regista Wilson Yip oltre a mostrarci una lunga serie di combattimenti perfettamente coreografati dal maestro Sammo Hung, riesce alla grande a creare “il personaggio Ip Man”, un’uomo buono, umile e gentile ma che al bisogno sa diventare spietato e letale. Ottima prestazione del 45enne Donnie Yen. Coinvolto nel progetto anche il primogenito del vero maestro Ip Man. Senza dubbio tra i 100 migliori film d’azione della storia. 2008. Cina. Regia di Wilson Yip, con Donnie Yen, Simon Yam, Lynn Hung, Lam Ka-tung, Xing Yu, Hiroyuki Ikeuchi, Tenma Shibuya. 3 sequel.

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Mission: Impossible 3 – la famosa “zampa di lepre”

Nonostante sia il primo film ad avere un frenata al box office, è il migliore della serie. C’è un ottimo cattivo, il protagonista non è più così egocentrico come nel secondo capitolo, e tutto viene costruito su Ethan che deve salvare la moglie, tanto che l’oggetto del contendere, la “zampa di lepre”, è solo un Mcguffin, una scusa per far partire l’azione senza nemmeno spiegare cosa sia. Tante sparatorie con tanti effetti speciali, divertente il chip che ti esplode in testa e il metodo per disinnescarlo. Tra i romani rimasti bloccati dal furgone in avaria si può notare il mitico Andrea Sartoretti.

2006. Regia di J.J. Abrams, con Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman, Michelle Monaghan, Simon Pegg, Laurence Fishburne. Musiche di Michael Giacchino. Budget 150 milioni, incasso 398 milioni.

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Terminator Salvation – “Credi di essere umano?”

2009. Regia di McG, Christian Bale, Sam Worthington, Anton Yelchin. Musiche di Danny Elfmann. Budget 200 milioni, incasso 371 milioni. Un Terminator molto diverso dai precedenti ma non per questo meno bello è interessante. Primo e unico della saga ambientato nel futuro, dopo il giorno del giudizio, quando Skynet crea i primi cyborg da infiltrazione. Perfetto Christian Bale nel ruolo di John Connor. L’assenza di Schwarzenegger (anche se riprodotto in CGI in alcune scene) è ampiamente rimpiazzata dal personaggio di Marcus.

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Terminator 3 – she’ll be back

2003. Regia di Jonathan Mostow, con Arnold Schwarzenegger, Kristanna Loken, Nick Stahl. Budget 187 milioni, incasso 433 milioni. Passano più di dieci anni da Terminator 2, durante i quali la casa di produzione Carolco dichiara fallimento e un fitto intreccio di persone tentano di comprare i diritti per fare il sequel. James Cameron non ne vuole più sapere e anche Schwarzenegger inizialmente rifiuta proprio perchè non vuole farlo senza Cameron ma di fronte al compenso record di 30 milioni di dollari cede e così nel 2002 inizia la produzione del film con un budget record di 187 milioni di dollari. Il risultato è un terzo capitolo sicuramente bello da vedere ma molto meno intenso e profondo rispetto ai precedenti. Divertenti le scene d’azione come il lungo inseguimento con il supercamion. Interessante il nuovo cattivo femminile di Kristanna Loken. Il Terminator di Arnold diventa sempre più comico puntando molto su battute autocitazioniste come “Ho mentito” e “Sono tornato”. Molto debole il personaggio di John Connor e ancor più debole quello di Katrin Brwester, vano tentativo di sostituire Sarah Connor.

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The Protector – Ginocchiate volanti

Dopo il grande successo di Ong Bak, Tony Jaa ritorna a menare la gente con ancora più violenza, questa volta succede che gente brutta e cattiva fa del male agli elefanti personali del nostro Tony. Sicuramente ottime le scene d’azione in particolare le ginocchiate volanti e il combattimento contro il capoerista ma non c’è nient’altro. Consigliato solo agli appassionati.

2005. Regia di Prachya Pinkaew, con Tony Jaa. Budget 5 milioni, incasso 27 milioni

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Chocolate – un film di botte thailandese senza Tony Jaa

2008. Regia di Prachya Pinkaew, con Yanin “Jeeja”. Coreografie di Panna Rittikrai.

Trama: una ragazzina autistica, abilissima nell’arte del Muay thai, deve recuperare i soldi per le cure mediche della madre malata

Cose belle: tante ma tante botte

Cose brutte: trama e personaggi molto poco empatici. Recuperare i soldi con la violenza, anche se per un nobile scopo, non è un comportamento tipico da “eroe d’azione”, anzi è più da villain.

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Il regno proibito – Jackie Chan VS Jet Li

2008. Rob Minkoff, con Jackie Chan, Jet Li e Michael Angarano. Budget 55 milioni, incasso 128 milioni.

Trama: Un ragazzino americano viene catapultata nella Cina medievale dove impara il Kung Fu e con l’aiuto di Chan e Li sconfigge il Demone di Giada.

Dopo le accoppiate con Chris Tucker e Owen Wilson, Jackie vuole qualcosa di più di una semplice spalla comica, vuole qualcuno con cui menarsi. L’occasione si presenta nel 2008 quando Hollywood sceglie l’anonimo Michael Angarano come scusa per costruire una storia in cui Jackie Chan e Jet Li si possano picchiare, in più come ciliegina sulla torta viene chiamato il leggendario Yuen Woo Ping per curare le coregrafie di botte.

“Ho fatto molte scene di lotta con altri ma di solito c’erano più di 10 riprese che è una perdita di tempo in quanto la persona può dimenticare le sue mosse e farsi male inutilmente. Quando ho combattuto con Jet, niente di tutto questo, le nostre azioni sono state veloci, e non dovevamo rifare la stessa acrobazia 20 volte.”

Jackie Chan

Cose belle: jackie Chan che picchia i cattivi, Jet Li che picchia i cattivi ma soprattutto Jackie Chan VS jet Li.

Cose brutte: abbastanza banali i personaggi e la trama, Chan VS Li è l’unico motivo valido per vedere il film

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Pallottole Cinesi – il sole sorge a est e tramonta a ovest

2000. Regia di Tom Dey, con Jackie Chan, Owen Wilson, Lucy Liu. Budget 55 milioni, incasso 100 milioni.

Trama: La guardia imperiale Chon Wang si allea con il cowboy Ray O’Bennon per salvare salvare la principessa Pei Pei.

Dopo l’accoppiata con Chris Tucker, Jackie sperimenta un nuovo compagno, questa volta però in versione western cercando di fare un mix della cultura occidentale del far west con quella orientale delle arti marziali, in Pallottole Cinesi il cui titolo originale Shangai Noon fa il verso a High Noon (ovvero Mezzogiorno di fuoco, uno dei più famosi film western della storia).

Ne viene fuori il film più “adatto alle famiglie” di Jackie, completamente privo di sangue o qualsiasi altra cosa violenta e allo stesso tempo pieno di gag con personaggi molto semplici, i buoni si vogliono bene e i cattivi sono brutti e cattivi.

Cose belle: Jackie ci fa vedere la sua notevolissima destrezza nei movimenti (con le corde, i bastoni, i nunchaku).

Un sequel nel 2003, Due Cavalieri a Londra, molto più divertente rispetto al primo film e con più combattimenti (Jackie che combatte nella porta girevole dell’Hotel, che si difende spremendo limoni negli occhi, che imita Gene Kelly combattendo e danzando con un ombrello, che omaggia Charlie Chaplin).

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Rambo 4 – Un’ultima strage di cattivi stranieri prima di tornare a casa

2008. Diretto e interpretato da Sylvester Stallone. Sceneggiatura di Sylvester Stallone e Art Monterastelli. Budget 50 milioni, incasso 113 milioni.

Trama: Rambo deve salvare un gruppo di volontari americani prigionieri del regime.

Nel primo decennio del 2000 il cinema d’azione Hoollywodiano è abbastanza in crisi perchè dopo il successo di Matrix tutto si sposta verso la computer graphica e quindi i film di supereroi. Contemporaneamente i vecchi big degli anni ’80 arrivano alla soglia dei 60 e non si sentono più il fisico. Stallone in questo contesto dice no e prepara la rinascita del vecchio cinema d’azione che ci presenterà poi nel 2010 con I Mercenari, ma intanto perchè non proporre un nuovo Rambo, 20 anni dopo il terzo capitolo e due anni dopo il discreto successo del sesto Rocky?

Il mondo però intanto è cambiato, non siamo più negli anni ’80, non c’è più Reagan e la guerra fredda, non c’è più bisogno di parlare del Vietnam nè di mostrare al mondo quanto sono buoni gli americani e quanto sono cattivi i russi, e quindi c’è bisogno di cambiare Rambo.

Stallone sceglie la Birmania, un posto di cui nessuno sa nulla (tant’è che il film inizia con una sorta di cinegiornale per spiegarci la situazione) e ci presenta un Rambo molto diverso, che se ne esce dal contesto nazionale americano e entra in contesto universale, cioè non è più vittima delle politiche americane come nel primo film o al contrario un simbolo del patriottismo americano come nel secondo e terzo capitolo, ma ora sembra essere semplicemente un uomo solo e perduto in un mondo selvaggio e pieno di violenza.

“… Anziché umori guerrieri e superomistici, come nei due capitoli precedenti, Stallone questa volta vuole esprimere una necessità di pace non solo personale ma universale, e passa una rappresentazione della violenza splatter come non mai, per espimere il disgusto di dare la morte.”

Paolo Mereghetti

Cose belle: Rambo che pesca con arco e frecce, che ammazza con arco e frecce, che stacca la gola di un tizio con le sue mani, che sbudella un altro tizio con un machete (non più il suo classico coltellone).

Cose brutte: tanta azione ma con poca originalità, Rambo invece di ammazzare i nemici ognuno in modo diverso, si mette in postazione con una supermitragliatrice e ammazza tutti con quella, cosa che effettivamente è più semplice ed efficace però anche meno spettacolare.


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Danny the Dog – quando Luc Besson poteva vincere un Oscar

2005. Regia di Louis Leterrier, scritto e prodotto da Luc Besson, con Jet Li, Morgan Freeman e Bob Hoskins. Budget 45 milioni, incasso 50 milioni.

Trama: La vita di Danny, cresciuto fin da piccolo per diventare un spietato killer, cambia completamente grazie ad un pianista cieco.

Una trama commovente che se Besson ci avesse costruito un film drammatico sicuramente ci vinceva almeno due o tre Oscar, e invece no, ha preferito usare la storia di un “giovane immigrato che si libera dalla schiavitù grazie alla musica e all’amore” solo come scusa per farci vedere Jet Li che mena di botte la gente.

Besson si limita quindi a sceneggiatura e produzione e affida la regia a Louis Leterrier con cui ha già lavorato per Transporter (2002).

Cose belle: Bob Hoskins. Combattimenti perfetti coreografati dal leggendario Yuen Woo Ping.

Cose brutte: la parte intermedia del film piena di scena romantiche che stonano con il resto del film. Jet Li 40enne che interpreta un 20enne.

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Hulk – quando finalmente utilizzarono la computer graphica

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2003. Regia di Ang Lee, con Eric Bana, Jennifer Connelly e Nick Nolte. Musiche di Danny Elfman. Budget 137 milioni, incasso 245 milioni.

Lo scienziato Bruce Banner deve far i conti con parecchia gente che cerca di farlo arrabbiare.

Se negli anni ’80 per fare Hulk c’era bisogno di Lou Ferrigno (il leggendario culturista che veniva colorato di verde) finalmente nel nuovo millennio, grazie anche all’enorme successo di Matrix, Hulk si può fare al computer.

Insieme a Blade, i primi tre X-men, e gli Spider-man di Sam Raimi, questo Hulk fa parte della prima era Marvel, quando ancora non esisteva il Marvel Cinematic Universe ovvero la produzione in serie di film sui supereroi.

Cose belle: Hulk che spacca i carrarmati, aerei, cattivissimi super-cani mutanti e qualunque altra cosa si mette in mezzo al suo cammino. Molto bello il cattivo, interpretato da Nick Nolte, quello di 48 ore. Bellissima Jennifer Connelly. Lo split screen ben dosato. Stan Lee nella sua solita comparsata si fa accompagnare proprio da Lou Ferrigno.

Cose brutte: un po’ di delusione nel conflitto finale che diventa quasi esclusivamente psicologico, avrei gradito più pugni in faccia.

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Io vi troverò – 56 anni non sono troppi per diventere una star d’azione

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2008. Regia di Pierre Morel. Scritto da Luc Besson e Robert mark Kamen, prodotto da Luc Besson e con Liam Neeson, Maggie Grace, Famke Janssen e Xander Barkeley. Budget 22 milioni, incasso 228 milioni.

Brian Mills ha 96 ore per trovare e salvare sua figlia rapita dalla mafia albanese a Parigi.

Non so chi siete, nè che cosa volete, se cercate un riscatto sappiate che non pessiedo denaro, però io possiedo delle capacità molto particolari, che ho acquisito durante la mia lunga carriera, che fanno di me un incubo per gente come voi. Se lasciate andare mia figlia, la storia finisce qui. Non verrò a cercarvi, non vi darò la caccia. Ma se non lo farete, io vi cercherò, vi troverò e vi ucciderò.

Bryan Mills

Se Commando segna la nascita del cinema d’azione hollywodiano, Io vi troverò ne segna la ri-nascita.

Il messaggio di Luc Besson per gli americani è molto chiaro: investite sugli stuntmen (non sui computer), e soprattutto non preoccupatevi di sembrare vecchi.

Non a caso questo film arriva in un periodo in cui i vecchi big d’azione si stanno ritirando dalle scene perchè ormai over 50 e Hollywood investe tutto sulla nuovissima Computer Grafica (e quindi film di supereroi).

Il messaggio Besson l’aveva mandato già diverse volte, con The Transporter (2002) e Banlieue 13 (2004), ma gli americani facevano finta di non sentire così Besson nel 2008 cerca di parlargli in modo più semplice possibile e realizza un film di produzione francese ma in tutto e per tutto americano. Lingua originale in inglese, cast americano (Liam Neeson è irlandese in realtà ma è molto conosciuto e apprezzato in America soprattutto per il ruolo da protagonista in Shindler’s List di Spielberg), i buoni sono gli americani e i cattivi sono non americani. Oltre a questo c’è da considerare che Liam Neeson nel 2008 aveva 56 anni, soltanto qualche anno più giovani di tutti quei big che già erano in pensione.

Questa volta il messaggio arriva. E Hoolywood anche se non la smette con i film al computer dei supereroi (anzi aumenta la produzione), ricomincia a finanziare il classico stuntmen-action e ricomincia prorio con una bella rimpatriata di vecchie glorie in I Mercenari (2010) per poi raggiungere l’apice con John Wick (2014).

Cose belle: La scena della telefonata che ormai fa parte della storia del cinema. Liam Neeson che ammazza mezza Parigi. Marco da Tropoia lasciato attaccato alla corrente. Il massacro finale sullo yacht. Maggie Grace già protagonista della serie-tv Lost. Famke Janssen, la fidanzata di Wolverine in X-Men. Xander Berkeley, attore molto bravo ma relegato ad un ruolo troppo inutile.

Cose brutte: Nessuna

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xXx – Benvenuti in zona Xander

E’ il secondo film del regista Rob Cohen con protagonista Vin Diesel. Nel 2001 avevano fatto il primo Fast and Furious. Uscito nel 2002, il film è costato 88 milioni di dollare e ne ha guadagnato 277. Due sequel, nel 2005 xXx 2- the next level (senza Vin Diesel) e nel 2017 xXx – Il ritorno di Xander Cage.

Gli americani devono salvare il mondo da un organizzazione terroristica ma tutti i loro agenti segreti falliscono quindi tentano un nuovo approcio strategico: mandare sotto copertura un criminale, un uomo di strada che “non puzzi di sbirro” e tra questi il più astuto e coraggioso è Xander Cage, detto xXx, un amante dello sport estremo illegale.

Cose belle: Vin Diesel che salva il mondo con acrobazie folli, Samuel L. Jackson con tutta la metà sinistra della faccia sfregiata, compare anche il mitico Danny Trejo. Molto bella anche la colonna sonora, tutta rock, con i Rammstein nella scena iniziale che cantano Fuer Frei con un lancia fiamme.

Cose brutte: la protagonista femminile è Asia Argento, non mi piace nè lei nè il suo personaggio.

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Shoot’em up – Come uccidere i cattivi mangiando carote

Regia di un Micheal Davis e con Clive Owen, Monica Bellucci, Paul Giamatti. Budget di 39 milioni, incasso 27 milioni.

Un certo Smith si intromette in una sparatoria per salvare una ragazza incinta che tra un proiettile e un altro partorisce un tenero bambino e poi muore.

Cose Belle: Smith (Clive Owen) mangia carote e imita Bugs Bunny, spara mentre aiuta la ragazza a partorire, spara mentre fa sesso, spara mentre cade da un aereo in volo, spara nonostante gli abbiano appena spezzato le dita delle mani e spara anche senza avere una pistola, insomma Shoot ’em up. Il cattivo Hertz (Paul Giamatti).

Cose brutte: Monica Bellucci, si a me non piace la Bellucci.