Nonostante sia il primo film ad avere un frenata al box office, è il migliore della serie. C’è un ottimo cattivo, il protagonista non è più così egocentrico come nel secondo capitolo, e tutto viene costruito su Ethan che deve salvare la moglie, tanto che l’oggetto del contendere, la “zampa di lepre”, è solo un Mcguffin, una scusa per far partire l’azione senza nemmeno spiegare cosa sia. Tante sparatorie con tanti effetti speciali, divertente il chip che ti esplode in testa e il metodo per disinnescarlo. Tra i romani rimasti bloccati dal furgone in avaria si può notare il mitico Andrea Sartoretti.
2006. Regia di J.J. Abrams, con Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman, Michelle Monaghan, Simon Pegg, Laurence Fishburne. Musiche di Michael Giacchino. Budget 150 milioni, incasso 398 milioni.
2000. Regia di John Woo, con Tom Cruise, Dougray Scott, Thandie Newton, Ving Rhames, Anthony Hopkins. Musiche di Hans Zimmer.Budget 125 milioni, incasso 546 milioni. Nonostante l’ottima regia d’azione di John Woo e le musiche dirette da Hans Zimmer, questo secondo capitolo è il più pomposo e egocentrico della serie. Il personaggio di Cruise cambia completamente rispetto al primo film e diventa un insopportabile supermacho sexy (vedi la scena di Cruise che scala le montagne. Scene d’azione tipiche di John Woo con tanti proiettili ed esplosioni a rallentatore, conditi con piccioni e colombe in volo mistico. Tra i vari scagnozzi del cattivo si può notare un allora sconosciutissimo Dominic Purcell.
1996. USA. Regia di Chuck Russell, con Arnold Schwarzenegger, James Caan e Vanessa L. Williams, James Coburn. Budget 100 milioni, incasso 242 milioni.
Trama: John Kruger deve proteggere una testimone dai cattivi
Da non perdere soprattutto per la famosa scena di Arnold che si butta da un aereo in volo per poi affrontarlo “faccia a faccia”. Una scena ovviamente girata quasi esclusivamente al computer, ma che ha richiesto comunque alcuni stunts “nel vuoto”, in caduta libera, fatti proprio da Schwarzenegger.
Cose belle: I superfucili EM. I simpatici mafiosi del sindacato. epica la scena di Arnold VS aereo in volo. La lotta contro il coccodrillo. James Caan. Il sorriso smagliante finale di James Coburn
2020. Regia di Christopher Nolan, con John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Dimple Kapadia, Michael Caine, Kenneth Branagh. Musiche di Ludwig Goransson.
Trama: gente che si mena e poi si rimena al contrario tornando indietro nel tempo
“Lui (Nolan) vuole fare i film di menare, ma siccome è inglese, laureato in letteratura a Oxbridge con un dottorato in Storia Comparata del Cagare il Cazzo, si vergogna a dirlo.“
George Rohmer, i400Calci.com
Dunkirk è stato facile sentirlo, era una storia vera, semplice, raccontata con pochissime parole e con tante immagini, azioni, suoni e musiche.
Tenet invece è difficile, perchè è una storia assurda e complicatissima, piena anche di dialoghi tra i vari personaggi che cercano di capire e spiegare quello che succede, ma Nolan crea questa roba folle solo per ricordarci una cosa: “Non cercare di capire, sentilo” (quello che la scienziata dice al protagonista). Il risultato è cinema (d’azione) nella sua forma più pura.
Cose belle: John David Washington. Il cattivo Kenneth Branagh. Comparsata di Michael Caine. Elizabeth Debicki. L’aereo contro l’hangar (pare l’abbiano fatto veramente). La lunga sequenza d’azione finale. Le musiche.
Vista la situazione che stiamo vivendo e che continueremo a vivere per diversi mesi ancora, mi è venuto in mente di scrivere questo tipo di post.
L’ho fatto non per romanticismo ma perché mi piace ribadire ancora una volta come tra tutti i generi cinematograci quello d’azione è l’unico che ha un imprescindibile bisogno del corpo e del contatto fisico.
Per questo però non ho voluto fare l’elenco dei 10 “migliori combattimenti” ma ho scelto invece 10 diversi tipi di abbracci, quei gesti che generalmente seguono il combattimento finale e rappresentano la re-unione dei protagonisti.
Credo che la fase più importante e forse anche più difficile di questa emergenza covid sarà riabituarci a toccare gli altri, senza guanti, senza amuchina, senza paura.
Ecco perchè ho scritto questo post, adesso. In qualsiasi altro momento storico non l’avrei fatto, ma oggi si.
Abbraccio tra marito e moglie
Die Hard. 1988. USA. Regia di John McTiernan
Abbraccio tra amanti
Il furore della Cina colpisce ancora. 1971. Cina. Regia di Lo Wei
Abbraccio tra padre e figlia
Commando. 1985. USA. Regia di Mark L.Lester.
Abbraccio tra madre e figlia
Furie. 2019. Vietnam. Regia di Lê Văn Kiệt.
Abbraccio tra fratelli
Warrior. 2011. USA. Regia di Gavin O’Connor
Abbraccio tra famiglie
Arma Letale 4. 1998. USA. Regia di Richard Donner
Abbraccio tra amici
Il mistero del conte Lobos. 1984. Cina. Regia di Sammo Hung
Abbraccio tra uomo e animale
The Protector. Thailandia. 2005. Regia di Prachya Pinkaew.
Primo e unico film d’azione dell’inglese Joe Wright che propone una specie di Nikita in versione teen. Risultato ben riuscito anche se la trama viene quasi interrotta da un finale troppo veloce, al contrario la storia si apprezza meglio nella più recente serie tv di Amazon. Ottimi i personaggi, bravissima Saoirse Ronan e Cate Blanchett. Bravo anche Eric Bana che non vedevo da quell’Hulk del 2003. Bellissime le musiche dei Chemical Brothers. Brava anche la piccola Jessica Barden (che sarà poi la protagonista di The end of the fucking world).
2011. Regia di Joe Wright, con Saoirse Ronan, Eric Bana, Cate Blanchett. Musiche dei Chemical Brothers. Budget 30 milioni, incasso 65 milioni.
1969. Regia di Peter Hunt, con George Lazenby. VI° film di 007. Budget 7 milioni, incasso 82 milioni.
Trama: Bond deve sventare il piano malefico del cattivo Blofeld che vuol diffondere nel mondo un virus letale
Primo nuovo Bond dopo l’era Connery, bravissimo l’australiano George Lazenby che purtroppo non replicherà più. Bellissima la sequenza iniziale che si conclude con “questo non succedeva a quell’altro” proprio a voler sottolineare il cambiamento che in effetti si vede proprio nelle scene d’azione molto più lunghe ed elaborate rispetto alle semplici scazzottate di Connery. Per me, dopo Skyfall, è il miglior film di tutta la serie.
Cose belle: le varie scazzottate iniziali. Le lunghe sequenza d’azione nella seconda parte (innovative per l’epoca), l’inseguimento sulla neve sia in sci che in macchina che in bob. Bellissimo il finale, amaro ma bellissimo.
Dopo il grande successo di Ong Bak, Tony Jaa ritorna a menare la gente con ancora più violenza, questa volta succede che gente brutta e cattiva fa del male agli elefanti personali del nostro Tony. Sicuramente ottime le scene d’azione in particolare le ginocchiate volanti e il combattimento contro il capoerista ma non c’è nient’altro. Consigliato solo agli appassionati.
2005. Regia di Prachya Pinkaew, con Tony Jaa. Budget 5 milioni, incasso 27 milioni
1991. Regia di james Cameron, con Arnold Schwarzenegger, Linda Hamilton, Robert Patrick, Edward Furlong. Budget 100 milioni, incasso 520 milioni.
James Cameron riesce letteralmente a realizzare il suo sogno, nel 1984 aveva dovuto rinunciare al cattivo di metallo liquido perché ancora impossibile da mettere in scena, per cui aveva riadattato la sua idea in attesa di nuovi sviluppi della scienza e della tecnica. Nel 1991 con un budget record di 100 milioni di dollari (per la gran parte necessari per gli effetti speciali diretti da Stan Winston) realizza quello che senza dubbio è uno dei più importanti film d’azione della storia, con un successo di critica e pubblico, premiato con 4 premi Oscar e un incasso di oltre 500 milioni di dollari che al tempo era secondo solo a Star Wars del ’77 e E.T. del 1982.
Le scelte vincenti sono tante, oltre ai nuovissimi e spettacolari effetti speciali soprattutto per il cyborg di metallo liquido, Cameron riesce anche a raccontare una storia emozionante. Il piccolo John più che salvare il mondo cerca in realtà di ricostruire una famiglia che non ha mai avuto, identifica il T-800 come suo padre e gli ordina di aiutarlo a salvare la mamma richiusa in ospedale. Linda Hamilton è completamente trasformata rispetto al primo film, Sarah Connor è una delle primissime donne d’azione della storia occidentale (seconda solo a Nikita), la prima mamma che salva il mondo. Ribaltato anche lo schema del cattivo grande e grosso con un ottimo Robert Patrick che interpreta un piccolo ma letale Terminator mentre il nostro mastodontico Schwarzenegger diventa il buono e ora ha molto più spazio per farsi conoscere e soprattutto ha molte più battute del 1984, oltre alla famosissima “I’ll be back” diventa indimenticabile “Hasta la vista baby”. Ottime anche le musiche da Bad to the bone di George Thorogood a You could be mine dei Guns and Roses.
1993. Regia di Marco Brambilla e con Sylvester Stallone, Wesley Snipes, Sandra Bullock, Bob Gunton. Budget 60 milioni, incassso 160 milioni.
Trama: il poliziotto John Spartan viene risvegliato dall’ibernazione nel 2032 per fermare il supercriminale Simon Phoenix
Regia di Marco Brambilla, un tizio nato a Milano, poi trasferitosi in America, che a tutt’oggi ha sul suo curriculum da regista solo questo capolavoro e Una ragazza sfrenata con Benicio Del Toro, Alicia Silverstone, e Christopher Walken.
Insieme a Dredd – La legge sono ioquesto film rappresenta l’apice della carriera d’azione di Stallone che secondo me è stato molto più bravo negli anni ‘90 che ‘80 (escludendo ovviamente Rambo).
Cose belle: stallone che grida mentre corre mentre dietro di lui esplode tutto. Le tre conchigliette. Wesley Snipes biondo che mena un sacco di botte.
2019. Regia di Lê Văn Kiệt, con Veronica Ngô. Distribuito su Netflix.
Trama: Una mamma deve recuperare la figlia rapita
La classica scusa per far menare, ovvero rapisco tua figlia. E’ un remake di Io vi troverò, che a sua volta è un remake di Commando, in versione femminile. Considerando che è un film vietnamita (a tutt’oggi questo è il primo e unico film vietnamita che conosco e che ho visto) il risultato è ottimo.
Cose belle: La protagonista Veronica Ngo che dà un sacco di botte. Tanti combattimenti corpo a corpo. lo scontro finale con la cattiva nel vagone e le botte contro gli uomini armati, anche se durano poco.
1984. Regia di James Cameron. Protagonista Arnold Shwarzenegger, Linda Hamilton, Michela Bien. Budget 6 milioni, incasso 78milioni.
Trama: un cyborg viene inviato indietro nel tempo per uccidere la donna che darà alla luce il futuro leader della resistenza umana contro le macchine.
James Cameron racconta di aver sognato la sceneggiatura di Terminator che prevedeva in realtà quello che sarà poi Terminator 2 ma nel 1984 era praticamente impossibile portare in scena un cyborg di legapolimetallicomimetica e così Cameron riadatta.
Appena uscito dal successo di Conan, Arnold inizialmente viene in realtà contattato per il ruolo di Ryse ma durante il primo incontro con James Cameron entrambi capiscono immediatamente che era piuccheperfetto per interpretare un cyborg inespressivo.
Schwarzenegger ha solo 18 battute nel film, e meno di 100 parole. Un ruolo perfetto per poter esprimere tutta la sua inespressivitá.
Cose belle: La battuta “I’ll be back” (resa nella versione italiana con “aspetto fuori”), al 34° posto nella classifica delle 100 migliori citazioni cinematografiche, diventerà per Schwarzenegger la sua battuta inevitabile in ogni film futuro. Gli interventi chirurgici del terminator su stesso e tutti gli altri effetti speciali. Le musiche anni ‘80 e quel ritmo martellante di sottofondo. Il dr. Silberman. Il tenente Traxler. L’ iguana. Franco Columbu (culturista amico di Schwarzenneger) nella parte del Terminator nel 2029.
Gareth Evans, esordiente regista gallese, va in Indonesia per girare un documentario sul Pencak silat, affascinante arte marziale locale. Dopo aver conosciuto l’atleta Iko Uwais però il progetto del documentario si trasforma in un vero e proprio film è il risultato è Merantau, una intensa storia drammatica raccontata con le botte (consigliatissimo).
Questo primo esperimento ha successo e così Evans e Uwais si mettono subito a lavorare su Berandal, un nuovo ambizioso progetto, ma la vita è dura, mancano i soldi, serve qualcosa di semplice, low-budget, ma allo stesso tempo abbastanza intenso per farsi notare, ed è così che nasce The Raid. Un film sorprendentemente straordinario tanto che il progetto originario di Berandal viene poi riadattato (malamente) a sequel.
The raid è qualcosa che non avete mai visto prima, una lunga serie di combattimenti letali (con spettacolare threesome finale) tra stuntmen pazzi e senza nessun timore per la propria incolumità. Ma non è solo questo, a differenza dei lavori thailandesi di Prachya Pinkaew-Tony Jaa (vedi ong bak o the proctector) non è solo gente che si mena, Evans riesce a fare un vero e proprio film d’azione coinvolgente, con dei personaggi interessanti di cui vorresti vedere degli spin-off, e con una buona colonna sonora. Protagonisti assoluti Iko Uwais è ancora di più l’ottimo Mad Dog Yayan Ruhian.
Senza dubbio tra i 100 migliori film d’azione della storia
2011. Indonesia. Regia di Garreth Evans, Iko Uwais, Yayan Ruhian. Budget 1.1 milioni, incasso 9.3 milioni.
1988. Regia di John McTiernan e con Bruce Willis, Alan Rickman, sceneggiatura di Steven de Souza. Budget 28 milioni, incasso 142 milioni.
Trama: John McClane va a trovare la moglie al Nakatomi Tower dove contemporaneamente fa irruzione un gruppo di terroristi.
Vi ricordate cosa dice zio Ben a Peter in Spider Man del 2002?
“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”
Il cinema d’azione è nato così, impostando lo schema “Schwarzenegger” seconda cui l’eroe d’azione deve essere interpretato da un attore con dei “superpoteri” che lo obbligano a impegnarsi contro i cattivi, lo responsabilizzavano.
John McClane ribalta questo schema, perché lui non ha superpoteri, non ha muscoli, non è esperto di arti marziali, non è esperto di armi, non ha particolari abilità tattiche, è semplicemente uno qualcuno che si trova per caso in situazioni di pericolo e decide di mettersi in mezzo.
Bruce willis fa quello che fa Schwarzenegger ma se Schwarzenegger lo fa perché è forte e muscoloso, Willis lo fa solo perché è responsabile, perché lui decide che non può non intervenire.
Cose belle: Bruce Willis che si lancia dal tetto del grattacielo mentre esplode tutto. Alan Rickman al suo esordio sul grande schermo. Il sergente Al Powell. Argyll. I due agenti dell’FBI. La canottiera di Bruce Willis.
2017. Regia di Martin Campbell, con Jackie Chan e Pierce Brosnan. Budget 35 milioni, incasso 145 milioni.
Trama: Jackie è disposto a tutto per trovare e uccidere i terroristi che hanno provocato la morte di sua figlia durante un attentato.
Negli anni 2000, Jackie è ormai famoso in tutto il mondo e nonostante abbia ormai raggiunto e superato i 50 anni continua a realizzare film d’azione senza limiti. Oltre ai vari sequel di Rush Hour e Pallottole Cinesi lo troviamo protagonista in diversi altri film hollywoodiani, tra cui Lo smoking, Operazione Spy Sitter e The Karate Kid.
Se da un lato Jackie continua con le sue classiche botte comiche, dall’altro sperimenta anche qualcosa di diverso, vuole aggiungere un tono drammatico. Prende allora un suo vecchio classico, Police Story e lo rimette in scena cambiandone completamente lo stile, toglie le gag innocenti ed ingenue e inserisce invece violenza e dramma in New Police Story e Police Story 2013. I risultati però sono deludenti, non è facile distruggere di colpo la maschera che ha portato per più di 30 anni.
Jackie non si arrende e la vera svolta in questo senso arriva nel 2017 con il ruolo da protagonista nel thriller drammatico The Foreigner diretto da Martin Campbell (quello di Goldeneye e Casino Royale).
Cose belle: Jackie riesce alla grande ad interpretare un ruolo drammatico e a trasmettere la sofferenza di un uomo che perso la figlia (molto intensa la scena di lui da solo nella cameretta della figlia). Manca il lato comico e non ci sono quelle acrobazie folli di Police Story ma Jackie comunque riesce a mantenere un buon numero di combattimenti e inseguimenti che mantengono viva l’azione.