
1989. Regia di Mark Goldblatt e con Dolph Lundgren. Prodotto da Robert Mark Kamen.
Trama: Frank Castle si allea con la mafia per combattere la Yakuza
Primo dattamento cinematografico di “The Punisher”, un ex soldato che dopo aver perso moglie e figli in un attentato della mafia, decide di fare giustizia da solo. Quello che contraddistingue il personaggio è il non avere nessuna pietà nei confronti dei cattivi. Non si risparmia quindi a torturare e ammazzare tutti quelli che se lo meritano mandando a quel paese il “noi non siamo come loro!”.
Prodotto (ma non sceneggiato) da Robert Mark Kamen, sceneggiatore di Arma Letale, Karate Kid e Transporter e vari altri, e tradotto in italiano come il vendicatore e non il punitore (non sono sinonimi!), è un film abbastanza brutto e forse la colpa è proprio di Lundgren, o meglio, di chi lo ha scelto per questo ruolo. Lo consiglio solo agli appassionati del genere.
Cose belle: Lundgren che distrugge il locale della Yakuza con la mitragliatrice mi ricorda un po’ la scena shooting jungle di Predator. Carini i titoli di testa
Cose brutte: Lundgren, truccato malissimo, è troppo freddo, sembra un Terminator/vampiro, e non riesce a trasmettere quella sofferenza che invece pervade il personaggio di Frank Castle.
Molto meglio il The Punisher del 2004 con Thomas Jane, ancora meglio The Punisher: War Zone del 2008 con Ray Stevenson e meglio di tutti la serie tv del 2017 con Jon Bernthal.